Dopo Apple anche Google si prepara a “boicottare” tutte le applicazioni dedicate al mining delle criptovalute, ossia tutti quei sistemi che consentono la “produzione” di nuove monete virtuali. Dunque, come già avviene per l’Apple Store, anche su Google Play sarà impossibile caricare applicazioni-miner fatta eccezione per le app che gestiscono da remoto il mining di criptovaluta, che non si servono cioè del dispositivo per coniare nuove monete. Stesso percorso lo ha intrapreso Apple nel mese di giugno 2018, periodo dal quale vengono accettate sullo store applicazioni mining che girano al di fuori dei dispositivi (ad esempio nel cloud). Non rientrano in questa regolamentazione invece le app che fungono da “portafoglio elettronico”. Google con questa “mossa” fa seguito al suo percorso di “giro di vite” in materia di valute digitali, avendo già ad esempio bandito dalle sue proprietà le pubblicità ingannevoli sulle Ico (stesso percorso intrapreso anche da Facebook).
Ciò nonostante, il Bitcoin non sembra soffrire particolari ripercussioni, resta infatti stabile sopra gli 8mila dollari. Così come il tema blockchain, il libro mastro delle transazioni informatiche, continua a solleticare i governi di tutto il mondo. In proposito si è espresso anche il nostro Luigi Di Maio: “La tecnologia blockchain sta diventando sempre più centrale nello sviluppo del digitale tanto a livello di iniziativa privata quanto nel settore pubblico, per questo l’Italia non può rimanere indietro“.
E se si parla di Italia, non si può di certo non tenere in considerazione una nuova criptovaluta che sta facendo capolino prepotentemente nei mercati dedicati, il DT Coin.
Il DT Coin è una criptovaluta ideata da Daniele Marinelli, noto imprenditore romano forgiato da una grande preparazione economica. La moneta è nella sua fase iniziale e nei prossimi 36 mesi verrà gestita centralmente, per poi passare, nel 2020 ad un perfetto equilibrio tra centralizzato e decentralizzato nella sua versione 2.0. Il mining della moneta è interamente gestito dalla società DTCOIN UK e funziona su tecnologia proof-of-work (POW). Il DT Coin 2.0 avrà le seguenti caratteristiche (lancio il 30 giugno 2020):
- wallet verificati con KYC per aumentare la trasparenza e fiducia dell’utente
- ecosistema decentralizzato e distribuito;
- gestione dei dati decentralizzata;
- blockchain decentralizzata;
- emissione centrale delle monete e in seguito distribuita;
- privacy con trasparenza (e senza anonimato) nel modo in cui vengono effettuate le transazioni;
- transazioni veloci sotto i 60 secondi
- attivazione di smart contract
Il DT Coin utilizza un potente algoritmo matematico in grado di spingere la moneta a capitalizzazione forzata, il Forced Market Cap, questo permette di avere sempre un piccolo utile rispetto all’acquisto precedente. Come funziona il FMC?
Si apre un ciclo, l’algoritmo gestisce acquisti e vendite secondo logiche ben precise: priorità, lotti, timing, numero di utenti, aumento di valore delle iniezioni. Calcolato il prezzo limite il sistema concede il piazzamento degli ordini chiudendo subito dopo il ciclo.
Ad apertura del nuovo ciclo, il prezzo iniziale viene aumentato leggermente rispetto a quello di origine, creando così un piccolo utile sulle rivendita.
Altra caratteristica molto importante del DT Coin di Marinelli è la sua stabilità nel prezzo. Questa particolare moneta infatti attinge al mercato dei Big Data, potenzialmente infinito e non soggetto a speculazioni come le comuni criptovalute che si basano sulla leva domanda-offerta. Infine, il DT Coin può essere utilizzato per fare acquisti nelle attività commerciali e può essere scambiato con le valute tradizionali.
Il DT Coin è in continua crescita, basti pensare che tra i progetti futuri di Daniele Marinelli c’è la creazione di DT Card, delle vere e proprie Mastercard e Visa per effettuare acquisti e l’acquisizione di un istituto di credito, la DT Bank.